Come ben sappiamo, la pandemia di Covid-19 ci ha mostrato quanto la salute e la sicurezza sul lavoro siano fondamentali per proteggere i lavoratori, per la continuità di tutte le attività economiche e sociali e per il futuro della società stessa. In tale contesto, la Commissione Europea si è impegnata ad aggiornare le norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro adottando il quadro strategico dell’UE in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro 2021-2027, in grado di definire le azioni necessarie da intraprendere.

Come indicato da varie fonti, la nuova strategia si concentra su tre obiettivi trasversali: gestire i cambiamenti indotti dalle transizioni verde, digitale e demografica nonché i cambiamenti dell’ambiente di lavoro tradizionale, migliorare la prevenzione degli incidenti e delle malattie e migliorare la preparazione a eventuali crisi future.

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Di seguito, gli obiettivi nel dettaglio:

1. Prevedere e gestire i cambiamenti nel nuovo mondo del lavoro. Al fine di garantire luoghi di lavoro sicuri e sani durante la transizione digitale, verde e demografica, la Commissione riesaminerà la direttiva sui luoghi di lavoro e la direttiva sui dispositivi di visualizzazione e proporrà limiti prudenziali per l’amianto e il piombo. Inoltre, preparerà un’iniziativa a livello dell’UE relativa alla salute mentale sul luogo di lavoro che valuti le questioni emergenti relative alla salute mentale dei lavoratori e presenti orientamenti per l’azione.

2. Migliorare la prevenzione delle malattie professionali e degli infortuni sul lavoro. Il quadro strategico promuoverà un approccio “zero vittime” per eliminare i decessi legati al lavoro nell’area UE, e la Commissione provvederà ad aggiornare le norme dell’UE sulle sostanze chimiche pericolose per combattere il cancro, le malattie riproduttive e quelle respiratorie.

3. Migliorare la preparazione ad eventuali future minacce per la salute. La Commissione svilupperà procedure e orientamenti di emergenza per la rapida diffusione, attuazione e monitoraggio delle misure in potenziali crisi sanitarie future, sempre in stretta collaborazione con gli operatori di sanità pubblica.

Anche grazie all’operato di aziende specializzate nel settore della sicurezza negli ultimi decenni sono stati compiuti progressi gli infortuni mortali sul lavoro nell’UE sono diminuiti di circa il 70% dal 1994 al 2018, ma i numeri dimostrano che resta ancora molto da fare. Nonostante tutto, infatti, nel 2018 si sono ancora verificati nell’area UE più di 3.300 incidenti mortali e oltre 3 milioni di incidenti non mortali, e purtroppo ogni anno perdono la vita più di 200.000 lavoratori per malattie professionali in Europa. Il quadro aggiornato contribuirà dunque a mobilitare le istituzioni dell’UE e le parti sociali attorno a priorità comuni in materia di protezione dei lavoratori, e le sue azioni potranno ridurre i costi sanitari e a sostenere le imprese (comprese le PMI) affinché diventino più produttive, competitive e sostenibili.

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